Ispirato al romanzo di Gaston Leroux, in questa versione di Dario Argento, il "fantasma" non è sfigurato, ma è un orfano abbandonato nei sotterranei dell'Opera di Parigi e varrà salvato e allevato dai ratti. Una volta cresciuto, ucciderà tutti coloro che cercano di fare del male ai suoi amati ratti.
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L'inizio definitivo del declino del regista.Sembra una soap opera brasiliana con sprazzi da softcore,girata con un budget rispettoso ma da un esordiente totale che si è fumato chissà cosa.Roba guasta di brutto senza dubbio..Il prologo è già un imbarazzo completo,ma quello che segue è anche peggio...I personaggi sono cerebrolesi,a cominciare da un fantasma umano(l'imbalsamatissimo Sands) dotato di poteri telecinetici e psichici perchè si.La trama è un optional,con gente che crepa e scompare e a nessuno gliene frega niente(il concetto di "the show must go on" era già così forte nell'800?)più una valanga di riempitivi(tipo la visita al bordello).Dialoghi da strapparsi le orecchie,e momenti da cavarsi gli occhi,come il fantasma sul tetto che fantastica in digitale da Windows 98 o si trastulla con i topi,le smorfie della Argento quando canta,la sfuriata in napoletano della soprano,gli strilli della protagonista nel finale(che è la solita sequela di cretinate imbarazzanti).Aggiungiamoci le musiche anonime di Morricone,il gore risicato di Stivaletti,e una Tassoni come sempre simpatica quanto una picconata sulla schiena,e siamo aldilà di ogni umana sopportazione.Come Argento abbia potuto concepirlo resta un mistero,così come tutto ciò che ha girato in seguito....